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Dalla morte alla vita
Nella nostra vita, insieme a momenti di gioia e serenità, incontriamo periodi difficili, incomprensioni, difficoltà, delusioni, lutti. Sono ferite che spesso non si rimarginano, lasciano anche "la morte nel cuore", ma non dobbiamo rassegnarci. Alle volte anche in famiglia si dà per scontato di volersi bene, ma poi, a poco a poco, ci si scopre estranei o indifferenti: capita tra i coniugi, con i figli, con gli anziani. Anche i rapporti più intensi possono consumarsi e, presto. Allora non ci si accorge più delle attese, delle richieste e dei segnali che gli altri ci inviano. È come se non li vedessimo più, pur abitando sotto lo stesso tetto. I nostri occhi, quelli del cuore, sono spenti, chiusi, incapaci di vedere e di condividere problemi, situazioni di vita, solitudine.
E quando la Morte arriva e bussa alla porta delle nostre case, il più delle volte ci trova impreparati. Se poi questa morte e improvvisa e " ci porta via un figlio o una persona molto amata, allora il nostro cuore precipita nel dolore più profondo, e ‘ sommerso dalla tristezza, dalla desolazione, da mille "perché" che rendono il nostro animo refrattario a ogni parola di consolazione, anzi, più ci consolano e più abbiamo voglia di fuggire e di chiuderci in silenzi profondi. Anche la vita affettiva diventa difficile da gestire; benché abbiamo persone vicine che ci amano, tuttavia il dolore e cosi profondo, che non sempre chi ci è accanto -marito, moglie, figlio, amico-, riesce a comprendere la nostra angoscia. In questa situazione, pur vivendo insieme, ognuno gestisce il proprio dolore e cerca di curare le proprie ferite. Ho conosciuto persone la cui vita si è fermata nell'ora in cui è morto il figlio tanto amato e non sono stati più capaci di riprendersi. È possibile uscire da questi abissi di dolore e disperazione? Durante la cerimonia del funerale, vengono commentate dal Sacerdote, pagine della Parola di Dio piene di speranza e di vita, però la maggior parte delle volte quelle parole, quelle frasi scivolano via, perché la nostra mente è altrove. Quelle parole hanno bisogno di qualcuno che diventi attento al nostro soffrire e che si chini sulle nostre ferite, con amorevolezza e continuità. Se si vuol uscire dall'abisso del dolore, è necessario accettare che qualcuno si prenda cura di noi. È importante comunicare a qualcuno il nostro dolore, la nostra sofferenza, la nostra rabbia con il mondo e anche con Dio, che ci ha tolto una persona carissima, la nostra paura, la nostra fragilità e poter piangere liberamente senza il timore di venire giudicati. Il permettere che qualcuno ci trattenga la mano è il primo passo per uscire dal tunnel del dolore, per cercare una luce che illumini nuovamente il cuore. Sono molte le persone che dopo la morte di un loro Caro si rivolgono a maghi, a sensitivi nella speranza di sentire ancora vicino Colui che è morto, nella speranza che tutto sia finito, ma che ci sia una continuità di vita e di sentimenti. Queste strade, possono forse dare alcune risposte alla nostra curiosità umana, ma non aprono il nostro cuore al mistero dell'Eternità. Solamente l'Amore crea legami di comunione tra le persone, con Dio e con i nostri Cari, che sono passati attraverso la porta della Vita. Il nostro vivere con Amore il "qui e ora" ci permette di rendere il nostro momento presente pieno di Eternità e di Luce.
Inoltre, per uscire dal tunnel del dolore, bisogna lasciare andare le persone Care nelle mani di Dio, di Gesù, della Vita, della Luce, per permettere a Loro di proseguire il loro cammino Spirituale nell'altra dimensione. Solamente cosi il nostro cuore troverà pace. Come lasciamo uscire l'aria che inspiriamo, anche se è fondamentale per ossigenare il sangue, cosi dobbiamo imparare a lasciar andare le persone Care, anche se per noi sono state vita e hanno riempito il nostro cuore di ogni bene. Ogni giorno dovremo imparare a "lasciar andare ", a non diventare possessori della nostra vita o di chi ci sta attorno e quindi imparare ogni giorno a morire un po', per non alimentare il nostro egoismo. Accogliamo con Amore, le persone nei loro dolori, ascoltiamoli e cerchiamo insieme percorsi che sappiano dare nuovamente speranza e vita. L'importante è cercare di essere accanto a chi vive il dolore aiutandolo a curare le ferite del cuore.