Riflessioni il cammino della verità - Cerchio Luce, la voce del silenzio di Bruno Daolio

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Il cammino della verità

Ho davanti a me un ritratto ingiallito dal tempo raffigura un bimbo di pochi anni, è sorridente, paffutello, ed è vestito con un abitino semplice che rivela un'epoca piuttosto lontana. Volgo il capo e vedo, invece, riflessi in uno specchio la mia testa grigia, la fronte solcata, lo sguardo pensoso nel viso stanco, le spalle curve ... Che diversità fra le due immagini! Che contrasto fra quell'infanzia serena e questa tarda maturità! Se il fresco corpo di quel bimbo fosse posto accanto alla mia persona ... Ma ciò non è possibile, poiché quel bimbo ero io stesso. Che cosa è mai rimasto in me, di quel che ero allora? L'aspetto, le membra, il sangue, tutto si è trasformato, si è cambiato. Nulla di quel che si vedeva in me fanciullo, si vede in quel che sono ora. Eppure io sono sempre io; dentro di me sento bene che io, che mi cruccio ora per qualche preoccupazione o per qualche malanno, sono sempre lo stesso, io che gioivo piccino per tante e tante cose. Cosi e pure di voi. Dentro di voi, siete gli stessi di quel che eravate quando, bimbi, sapevate appena pronunciare le prime parole o muovere i primi passi; siete gli stessi di quel che sarete quando, cresciuti lieti e robusti, indosserete l'abito di lavoro o il grembiule della massaia; siete gli stessi di quando, vecchi, canuti, ripenserete a una vita trascorsa nel lavoro, negli affetti domestici, nell'adempimento di tutti i vostri doveri; siete gli stessi insomma, nell'intimo vostro, di quando eravate e di quando sarete completamente diversi esteriormente da quel che non siate ora. Cosi è, di me e di voi e pure di tante persone. Tutti abbiamo in noi qualche cosa che non cambia, anche se tutto il resto di noi si trasforma; qualcosa che pensa, che senta, che giudica, che controlla e che non è materia, non è corpo ma, domina anzi il corpo. Questo qualche cosa è il nostro Spirito L'anima nostra. Ogni persona che nasce, mentre riceve dai propri genitori la vita del corpo, riceve da Dio la vita dello Spirito, riceve l'Anima. Tuttavia mentre il corpo nostro è destinato presto o tardi a morire, l'anima  non perisce mai. L'anima è immortale. Potreste voi acciuffare un vostro pensiero, calpestarlo, colpirlo, spezzarlo? Potreste voi pensare che un vostro sentimento, un affetto; presupponiamo che l'amore per la mamma, divenisse febbricitante, si ammalasse, dovesse deperire come il corpo e morire? Voi sorridete: Capite bene che ciò non è possibile, perché il pensiero e il sentimento non sono di materia, cosi è l'anima.


                                                                                                                                                      

L'anima è puro spirito, è immortale; e quando il corpo muore, ritorna a Colui, che l'ha suscitata, ritorna a Dio. Anzi, anche quando è unita al corpo, ancora in vita, l'anima ha sempre tendenza a elevarsi, a farsi migliore. Come il corpo ha le sue esigenze materiali che ci sono rivelate dalla sete, dalla fame, dalla stanchezza, da tutti i bisogni fisici, cosi l'anima ha le sue  esigenze, che sono però superiori, pure, spirituali, e si manifestano col desiderio di verità, di giustizia, di bontà, di bellezza. Oh, si! Tutte cose magnifiche, le quali dimostrano la nobiltà dell'anima che le ambisce ma che purtroppo, nella vita che conduciamo sulla Terra, non sempre si possono trovare e raggiungere! E allora nasce nell'anima nostra il bisogno di rivolgersi a chi l'ha creata, a chi può dare, in questa vita o in un'altra esistenza, tutte queste belle cose. Ed ecco, nascere cosi la fede in Dio, ecco la preghiera, il bisogno di qualche forma, di qualche cerimonia per manifestare a Dio i nostri bisogni, la nostra venerazione e la fiducia che in Lui poniamo. Tutte le genti, i  popoli di ogni tempo e di ogni paese, hanno sempre sentito questo bisogno. Gli uomini cercano ciecamente e trovano molte forme per esprimere a Dio la loro riconoscenza, la loro fede, il loro amore, ma qual è quella giusta? Dio volle aprire gli occhi ai ciechi, desiderò indicare Egli stesso in qual modo gli uomini dovessero riconoscerlo e adorarlo. E lo indicò prima ispirando alcuni saggi profeti- a predicare la Verità; poi per confermare ciò e togliere ogni dubbio ai credenti, mando sulla Terra il Cristo, il Figlio Suo, redentore di tutti i peccati del mondo a illuminare le genti, a indicare la via giusta. Beati noi che, trovando già segnata la
buona via, possiamo soddisfare la nostra anima nelle sue più nobili aspirazioni! Riusciremo a vincere la materialità„ l'orgoglio, l'egoismo e tutti gli altri difetti della materialità?

 
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